Recensioni

Folk Bulletin (ITA) nr. 138, dicembre 1997

La corte di Lunas/Braul 1997 – Autoprod. BRA 001

Non so come etichettare la musica dei Bràul tanto è personale il loro percorso ed il loro approccio a tematiche musicali che si muovono tra la tradizione vocale e strumentale folk friulana e internazionale. …la forza del cd è nell'aria fascinosa di mistero nella quale è avvolto dall'inizio alla fine. Grande lavoro di arrangiamento e di esecuzione per uno dei più bei lavori friulani di ispirazione folk di quest'anno.

Mauro Quai

Folk Bulletin (ITA) 1999

La corte di Lunas/Braul 1997 – Autoprod. BRA 001

I pordenonesi Braul: coraggiosi e coerenti nel proporre ballate e danze della loro regione, ben cantate e accompagnate con sobrietà le prime, gradevoli e articolate su una buona sezione ritmica le seconde.

Folk Bulletin (ITA) nr. 177, novembre 2001

Cjarandis/Braul 2001 – Folkest Dischi

Una bella prova discografica che centra sicuramente l'obiettivo di imporsi all'attenzione del pubblico anche non appassionato e che testimonia l'ulteriore crescita del gruppo sia come contributo individuale sia come insieme. Folkest Dischi, l'etichetta che passo dopo passo sta raccogliendo quanto di meglio si suona in Friuli, non avrebbe potuto farlo con un biglietto da visita migliore.

Roberto G.Sacchi

World Music Magazine (ITA) nr. 51, novembre 2001

Cjarandis/Braul 2001 – Folkest Dischi

I cjarandis, in Friuli, erano le siepi di erbe spontanee che delimitavano i confini delle aree da coltivare: ad un tempo delimitazione del territorio, quindi presenza fisica concreta, e simbolo di una pluralità di apporti spontanei rimodulati in un una nuova forma d'uso. È una metafora che ben vale anche per la splendida, intensa musica proposta da questo ensemble friulano, attentissimo negli arrangiamenti a privilegiare una sorta di tesa, cristallina chiarezza comunicativa, e aiutati dalla bella voce di Gabriella De Cesco. Gli apporti sono quelli remoti resiani, le scale alterate e orientaleggianti che arrivavano da un altro cuore d'Europa, le canzoni a ballo e le villotte che ritroviamo anche in altre aree geografiche, qui presentate nell'alternanza vivacizzante di metri ritmici pari e dispari. Il disco ha una bellezza composta e intensa, che a molti rammenterà esperienze analoghe (e ormai "storiche") di area continentale.

Guido Festinese

Keltika (ITA), maggio 2002

…i suoni delle antiche tradizioni del Nord Est d'Italia… un'opera matura che mette in mostra una predisposizione colta ed al tempo stesso un grande amore per i temi indubbiamente popolari;

Gigi Marinoni

guide.dada.net/musica_celtica_10/2002

Braul: musica folk friulana che muove l'anima e le gambe

Nei circa dieci anni di attività il gruppo, nato nei paesi della Pedemontana del Friuli Occidentale attorno ad Aviano, ha affinato i suoni attraverso molti concerti e raggiunto un'invidiabile armonia d'insieme. Tutti i musicisti si muovono con maestria su note che sanno di un passato lontano, ma che attraverso la loro esecuzione parlano alla cultura del Friuli di oggi e lo fanno convincendo.

A cura di Myrddin, Merlino 25/10/2002

Il Nuovo Friuli (ITA)

Braul “Cjarandis”, Folkest dischi

Nel corso degli anni i Braul si sono ritagliati uno spazio personale e distinguibile nel panorama musicale regionale. L'interesse per la ricca tradizione popolare friulana e l'impegno a valorizzarla rielaborandola è il motivo trainante del loro lavoro, che giunge oggi al secondo capitolo discografico con il Cd intitolato “Ciarandis” edito da Folkesdischi. Nei circa dieci anni di attività il gruppo ha affinato i suoni attraverso molti concerti e raggiunto un invidiabile armonia d'insieme. I musicisti si muovono con maestria su note che sanno di un passato lontano, ma che attraverso la loro esecuzione parlano alla cultura del Friuli di oggi, e lo fanno convincendo. Ascoltando le nove tracce di “Ciarandis” si è immersi in atmosfere dolci, che avvolgono l'ascoltatore come il racconto di un'antica fiaba fatto dalla voce calda della nonna amata. Alcuni motivi sono probabilmente noti ai più, ma nell'arrangiamento dei Braul offrono un sapore diverso, rispettoso dell'originale ma ricco di caratteristiche nuove, gradevoli. Altre villotte vengono riscoperte attraverso una ricerca che certamente appassiona il gruppo e proposte in versioni personali. A dare lustro a “Ciarandis” contribuisce anche la messa in musica di alcuni testi di Novella Cantarutti, la più importante scrittrice friulana di oggi ed espressione di quella parte del Friuli da cui gli stessi Braul provengono. I risultato è suggestivo e un pregio del secondo disco dei Braul sta nell'armonia dell'insieme: i brani scivolano via all'ascolto come fossero un tutt'uno articolato e ricco di sfumature, ma comunque unito. E' come una colonna sonora di un viaggio nella tradizione popolare.

Il nuovo friuli

Musicologi: Braul, Ciarandis, Folkest dischi 2001

Le sedonere e i loro spostamenti a piedi nel tentativo di smerciare mercanzie, le Agane, gli spiriti della Medusa che aiutavano l'uomo nel lavoro dei campi, le tradizioni friulane narrate nel Matec': questi ed altri sono le linee-guida di Ciarandis, un viaggio alla riscoperta di antichi valori umani e di una memoria storica che lo sviluppo tecnologico e l'omologazione rischiano di cancellare. E' quindi alto il progetto culturale dei Braul che fin dall'iniziale Pentina ci riportano nelle atmosfere agresti del mondo contadino friulano creando un accompagnamento raffinato di violini ad una voce pulita che fa il verso di una dolce ninna-nanna. Il racconto semplice e schietto dove le parole, come insegnano i vecchi, non si perdono in inutili astrazioni ma hanno un loro senso preciso, rivive in L'an pasât, ritmo frizzante che procede dando vita ad una melodica cantilena. E dopo l'immersione nelle verdi pianure della bassa friulana tra intrecci di flauto e violino nell'Agane, passiamo a E jo canti, forse il brano più bello dell'intero Cd dove un accompagnamento liscio di chitarra e una voce solare rendono questa antica villotta quasi un'orecchiabile canzone pop. Ottime sono pure le parti percussive e i cori aggiunti sul finale. Un'aria ripresa dal canto aquileiese attira l'attenzione dei Braul dando loro lo spunto per Matec'/Il bal da li fadi, un rimando ad un quadernetto di cultura popolare scritto dalla poetessa Novella Cantarutti che musicalmente si struttura su una serie di notevoli parti strumentali alla maniera di una danza notturna. E su biela murosa è una burlesca dedica amorosa all'amata dalle tinte sonore oscure, forse dovute alla presenza di quel salto di quarta eccedente che i teorici monastici hanno battezzato come Diabolus in musica mentre E tu Pieri presenta una struttura molto interessante dal punto di vista ritmico dove ai 2/4 si alternano i 3/4, combinazione di tempi molto originale testimoniante che certe soluzioni sono più antiche di quello che pensiamo. Questo tipo di struttura prosegue nella successiva Marie Madalene, dove è invece il basso a tracciare un sentiero abbellito dai melodici schizzi della chitarra acustica. Conclude Il bal dal siblòt, un'antica danza del flauto basata sulla ripetizione di tre note e considerata il ballo più arcaico del Friuli visto che le sue origini si perdono nella notte dei tempi. I Braul ne fanno una propria interpretazione e così, fino all'ultimo solco di questo cd, portano avanti i loro intenti di riscoperta e rivitalizzazione di un passato musicale che rischia l'estinzione. E sono proprio questi nobili fini artistici, aggiunti alla professionalità del suono, che fanno di Ciarandis un lavoro davvero rappresentativo di canti, melodie e storie comuni a tutto il mondo friulano e, oltre a ciò, esso diventa anche un invito a tener presente una tradizione ricca di sfumature che non ha niente da invidiare ad altre.

Piero, 2001

Folk Bulletin (ITA) nr. 215, settembre/ottobre 2005

La farina dal diàul, Folkest Dischi

La formazione friulana che più di ogni altro ha portato la tradizione dell'estremo Nordest italiano al di fuori del territorio, aprendosi al maggiore confronto con umori etnici confratelli di altre regioni storiche dell'Europa. Il percorso sonoro progettato dal gruppo si evolve con studiata progressione, staccandosi dalle radici nel modo più indolore possibile, seguendo il cammino che unisce le esperienze di tutti coloro che suonano folk con lo sguardo rivolto in avanti. E lo fa con buona proprietà di linguaggio musicale, anche compiendo passi importanti nell'evoluzione timbrica della formazione; un bel disco, probabilmente il migliore del gruppo. Restiamo in attesa paziente e bendisposta di una quarta puntata che proietti la voce di Gabriella De Cesco e gli strumenti dei suoi colleghi di palco nel gotha delle formazioni che contano a livello europeo.

Roberto G.Sacchi

Folkbunker (RUS) 06/12/2006

This band comes from northeast Italy (region of Friuli). They play an acoustic version of traditional music, with strong influences of renaissance music and female vocals. Their first disc,"La corte di Lunas" is mainly acoustic (instrumental), with female vocals on about half the tracks. The melodies of several songs on this album were actually written by a 16th century composer Giorgio Mainerio, giving them an interesting "medieval" touch. The songs on the second album "Cjarandis”, while maintaining the characteristic sound, are more inspired by the traditional folk music of Friuli. One of the strong points of this album are the wonderfull female vocals which make it "warmer" compared to the first one. Both discs received very good recensions from specialised magazines and have won regional prizes for best folk album. Their music is well worth a listen. Enjoy!

Folkworld (GER) 25/06/2003

…the exciting full band sound of Braul with an intriguing female singer is definitely among my highlights!

Michael Moll